Song of the Sea di Tomm Moore vince l’IFTA 2015 come miglior film

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Song of the Sea di Tomm Moore, presentato lo scorso marzo all’Irish Film Festa, ha ricevuto l’Irish Film and Television Academy (IFTA) Award 2015 come miglior film.

«I filmmaker irlandesi dimostrano di saper vedere l’animazione come un mezzo e non come un genere», scrive Tomm Moore.

Tra i premiati nella serata degli IFTA, che si è tenuta a Dublino domenica 24 maggio, troviamo anche altri ospiti di Irish Film Festa 2015: Lenny Abrahamson, miglior regista per Frank, Terry McMahon e Moe Dunford, rispettivamente miglior sceneggiatore e miglior attore protagonista per Patrick’s Day.

Frank ha vinto altre due statuette, quella per il miglior attore non protagonista Domhnall Gleeson e quella per la miglior fotografia di James Mather. Patrick’s day ha ricevuto invece un terzo IFTA per il sonoro.

In più, Somewhere Down the Line di Julien Regnard, visto in concorso all’Irish Film Festa, ha vinto come miglior cortometraggio animato.

QUI l’elenco completo dei vincitori.

Congratulazioni a tutti!

 

 

Alla scoperta di Patrick’s Day, il film di Terry McMahon all’Irish Film Festa 2015

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Patrick’s Day è il film scritto e diretto da Terry McMahon che vedremo all’Irish Film Festa 2015.

Allegro ed espansivo, Patrick (Moe Dunford), è un giovane di ventisei anni affetto da schizofrenia. Grazie all’aiuto dei medicinali e alla protezione di sua madre Maura (l’attrice neozelandese Kerry Fox), il ragazzo non è una minaccia, né per sé né per gli altri. Finché non si innamora di Karen (Catherine Walker).

 

TERRY McMAHON

La sceneggiatura di Patrick’s Day nasce dalle esperienze giovanili di Terry McMahon, che per un breve periodo lavorò come apprendista infermiere in una clinica psichiatrica, restando turbato «dall’imposizione moralistica di regole di condotta sessuale su coloro che allora venivano considerati “handicappati mentali”, quando in realtà eravamo noi ad aver bisogno di prendere lezioni di umanità da quelle persone che pretendevamo di proteggere».

Patrick’s Day, girato a Dublino e Wicklow in appena diciotto giorni, è il secondo film di Terry McMahon, che ha debuttato nel 2011 con il controverso Charlie Casanova, miglior opera prima al Festival di Galway. Sempre a Galway, Patrick’s Day è stato premiato come miglior film, per poi ricevere riconoscimenti nei festival di tutto il mondo.

 

GLI ATTORI

MOE DUNFORD (PATRICK)

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Terry McMahon racconta nelle note di regia che è stato difficile trovare in un attore quella particolare «combinazione di rabbia e delicatezza propria di chi è stato a lungo represso». Poi, finalmente, ecco quello giusto: «C’era qualcosa di pericoloso nei suoi occhi ma cercava di nasconderlo. C’era forza nel suo modo di muoversi ma cercava di non darlo a vedere. C’era consapevolezza nel modo in cui stava affrontando il provino, ma senza ostentazione. Si chiama Moe Dunford, ecco il nostro Patrick».

«Terry ha lavorato nel settore della salute mentale, conosce bene la condizione di chi soffre di schizofrenia e delle loro famiglie. Per quanto riguarda Patrick, però, mi sono concentrato soprattutto sulla sua lotta per dimostrare, a dispetto della propria condizione, l’amore che prova per Karen», spiega Moe Dunford a movies.ie.

L’attore, apparso nelle serie tv The Tudors, Raw e Vikings, ha ricevuto lo Shooting Stars Award alla Berlinale 2015, un premio riservato annualmente ai giovani attori europei più promettenti.

 

KERRY FOX (MAURA)

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Racconta Terry McMahon: «Ho domandato a Rebecca (la direttrice di casting, ndr) quante possibilità avevamo di riuscire a coinvolgere qualcuno ‘come’ Kerry Fox. Ho detto ‘come’ perché pensavo a un’attrice del suo livello, non a lei in persona: sarebbe stato impossibile, no? Adoro Kerry Fox da più di vent’anni. La sua interpretazione in Un angelo alla mia tavola di Jane Campion mi aveva profondamente colpito e da allora ho visto tutti i suoi film, da Benvenuti a Sarajevo di Michael Winterbottom a Intimacy di Patrice Chéreau. Mi sembrava impossibile che potesse leggere la mia sceneggiatura, figuriamoci averla davvero nel film. Le ho scritto una lettera, Rebecca gliel’ha inviato allegando la sceneggiatura e dopo appena 24 ore Kerry Fox ha detto sì».

«Non convinci gente come Kerry Fox a salire su un aereo per prendere parte a un piccolo film irlandese – ha detto Moe Dunford in una recente intervista – a meno che non sia davvero innamorata della sceneggiatura. Non l’abbiamo mica pagata milioni».

 

CATHERINE WALKER (KAREN)

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«Terry e io siamo amici — spiega Catherine Walker a Scannain — e quando mi ha dato la sceneggiatura ho iniziato a leggerla come favore, non pensavo davvero a un ruolo. Ma più leggevo e più mi identificavo in Karen. È un personaggio interessante, forte ma bloccata dalla mancanza di autostima. Mi affascinava l’idea che Karen potesse raggiungere l’intimità con un uomo così problematico come Pratick ed entrare in connessione con lui».

Terry McMahon, da parte sua, non ha mai avuto dubbi: «Una cara amica dall’enorme talento, Catherine Walker è nata per interpretare Karen».

 

PHILIP JACKSON (FREEMAN)

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«Ho visto Scum del grande Alan Clarke — racconta Terry McMahon — ad un’età in cui i film sono dei pugni nello stomaco. La recitazione, da parte di tutto il cast, è straordinaria ma Philip Jackson nei panni di Greaves mi colpì in modo particolare e da allora, come Kerry Fox, l’ho seguito nel corso degli anni guardandolo diventare uno dei più grandi attori del mondo. Parlo spesso di Philip alle persone e, anche se il suo nome non è noto come meriterebbe, quando spiego loro dove potrebbero averlo visto finiscono sempre per dirmi quanto lo amano».

 

LA RAPPRESENTAZIONE DELLA SCHIZOFRENIA

Il mese scorso The Irish Times ha pubblicato un articolo dello psichiatra Garrett O’Connor che definisce Patrick’s Day «uno straordinario strumento educativo e terapeutico» per la comprensione sociale della schizofrenia.

Patrick’s Day «ci invita ad entrare nella vita di un uomo schizofrenico e, se ne abbiamo il coraggio, a riconoscerci in lui: in altre parole, a trovare lo ‘schizofrenico’ che è in noi – dice O’Connor – Se riusciamo a ricordare le nostre esperienze in modo completamente sincero, tutti ammetteremo probabilmente di esserci comportati, qualche volta, proprio come Patrick o come sua madre. Ma, dal momento che la maggior parte di noi non soffre di schizofrenia, abbiamo sempre trovato una via d’uscita attraverso la negazione e l’autoinganno».

La schizofrenia, spiega O’Connor, è un «disturbo che coinvolge il pensiero, le emozioni, il comportamento, e provoca percezioni errate, allucinazioni, un senso di distacco dalla società e dalle relazioni interpersonali, nonché di frammentazione mentale ed emotiva».

 

Immagini e note di regia: patricksday.ie

 

IL TRAILER