Tre domande a… Louise Ní Fhiannachta, regista di Rúbaí

Rubai
Tra i cortometraggi in concorso all’Irish Film Festa 2015 ce n’è uno girato in lingua gaelica irlandese: si tratta di Rúbaí, diretto da Louise Ní Fhiannachta e prodotto nell’ambito di Gearrscannáin, il programma di finanziamento dell’Irish Film Board specificamente dedicato ai corti in gaelico.

Mentre i suoi compagni di classe si preparano a ricevere la Prima Comunione, Rúbaí, una bambina di otto anni (interpretata dalla piccola esordiente Doireann Ní Fhoighil), dichiara di essere atea e si rifiuta di partecipare.

Louise Ní Fhiannachta ci ha parlato delle bellissime caratteristiche della lingua irlandese e di come è stato dirigere un’attrice così giovane.

 

Rúbaí è l’unico tra i corti che presentiamo quest’anno ad essere girato in gaelico: perché hai scelto di usare questa lingua?

La sceneggiatura è stata scritta in gaelico e a me, che sono di madrelingua gaelica, è parso naturale mantenerne la forma originaria. An Ghaeilge rappresenta una parte fondamentale della mia identità e delle persone che hanno lavorato con me su Rúbaí, penso che questo si percepisca guardando il film. Il gaelico è una lingua indiretta che presenta splendide caratteristiche e sfumature.

Naturalmente la bellezza del cinema sta nel suo essere un linguaggio universale che chiunque può comprendere: malgrado le differenze culturali, le emozioni (speranza, paura, felicità…) appartengono allo stesso modo a tutti gli esseri umani.

 

Come hai lavorato sulla sceneggiatura di Antoin Beag Ó Colla?

Sono stata immediatamente catturata dal personaggio di Rúbaí, da quando ho letto la prima stesura. Rúbaí, cattolica, non vuole fare la Prima Communione ed è invece affascinata dalla teoria dell’evoluzione di Darwin. Questa bambina così indipendente e sensibile mi ha conquistato il cuore e ho capito che dovevo accompagnarla nel suo viaggio, mettere in discussione e comprendere le sue ragioni. Nella sceneggiatura di Antoin era già presente un tono umoristico che anch’io ho cercato di mantenere.

Ci siamo poi resi conto di come alcuni elementi non fossero presenti nella storia, ad esempio i motivi che spingono Rúbaí a diventare atea non venivano spiegati chiaramente.

Le prime versioni della sceneggiatura contenevano anche molti più dialoghi: sarebbe stato difficile trovare un’attrice di otto anni in grado di gestire battute così lunghe e al tempo stesso garantire un’ottima performance. Abbiamo così preferito snellire il testo tramite un processo molto rigoroso, concentrandoci sulle azioni e le emozioni piuttosto che su grossi pezzi di dialogo. Credo abbiamo funzionato!

 

Come hai scelto Doireann Ní Fhoighil per il ruolo di Rúbaí?

Tre mesi prima di iniziare le riprese, abbiamo fatto dei provini a 43 bambine e tutte mi hanno stupita con il loro talento. Ne abbiamo selezionate dieci alle quali abbiamo poi proposto un laboratorio di recitazione: per loro è stato utile e per me era bello vederle sciogliersi e acquisire fiducia in se stesse nell’arco di poche ore.

Trovare la mia Rúbaí in Doireann Ní Fhoighil è stato un dono. Sono stata immediatamente conquistata dalla sua intelligenza, dal suo spirito: è adorabile. La sua capacità di comprendere la storia e la fiducia che ha riposto in me (insieme alla sua famiglia) sono state fondamentali.

Le restanti nove bambine hanno invece interpretato le compagne di classe di Rúbaí, sono state tutte bravissime. A causa del budget ristretto abbiamo girato in appena tre giorni: era imperativo far sì che l’aspetto visivo del cortometraggio restasse semplice. Per me al primo posto c’è sempre la recitazione: sono una regista di attori! Aver avuto la possibilità di comunicare la mia visione e collaborare con una troupe così creativa e che non mi ha mai fatto mancare il proprio impegno, è qualcosa che mi riempie di gratitudine.

 

Doireann & Louise
Doireann Ní Fhoighil e Louise Ní Fhiannachta