IRISH FILM FESTA festeggia la sua 15a edizione: il festival dedicato al cinema e alla cultura irlandese torna alla Casa del Cinema di Roma dal 4 al 7 aprile con dieci film in anteprima italiana, due classici (di cui uno inedito in Italia), e i consueti incontri con registi, attori e produttori. Confermata anche la sezione competitiva per i cortometraggi, con quindici opere in concorso e una proiezione speciale fuori concorso, anche queste in anteprima.
Commenta il direttore artistico Susanna Pellis: “Arrivata alla sua 15esima edizione – con il cinema irlandese in continua crescita e grazie anche a un pubblico italiano sempre più affezionato – IRISH FILM FESTA quest’anno segue diversi percorsi, che si rincorrono e si sovrappongono. Ne vanno segnalati almeno un paio: la significativa presenza di documentari, molto vari per temi e toni, e decisamente tutti di grande qualità; e i diversi titoli legati alla letteratura, con una messa a fuoco in particolare sullo scrittore John McGahern e sul film tratto dal suo ultimo romanzo, That They May Face the Rising Sun. Interpretato da un magnifico cast corale e diretto da Pat Collins, il più irlandese dei registi, che sarà l’ospite d’onore di questa edizione”.
I DOCUMENTARI
La 15a edizione di IRISH FILM FESTA propone un’ampia selezione di documentari: il cinema del reale in Irlanda è in continua crescita, tanto dal punto di vista produttivo quanto da quello artistico e creativo, e il nostro festival continua a seguirlo con attenzione. I film scelti per questa edizione guardano al passato e al presente dell’isola, ma anche ad altre zone del mondo segnate da una Storia non meno dolorosa di quella irlandese.
Sarà inoltre a IFF come ospite d’onore Pat Collins: originario di West Cork, già critico cinematografico, direttore di festival e in seguito regista, ha diretto decine di documentari. Il suo Gabriel Byrne: Stories from Home è stato presentato ad IFF nel 2008, così come Tim Robinson: Connemara, sullo scrittore e cartografo irlandese, nel 2012 . Il suo primo lungometraggio di finzione è stato Silence, seguito da Song of Granite (visto a IFF 2018). Quest’anno Collins presenta That They May Face the Rising Sun, tratto dall’ultimo romanzo di John McGahern e proiettato in anteprima mondiale al London Film Festival lo scorso ottobre.
FACE DOWN di Gerry Gregg
Face Down di Gerry Gregg ci riporta al 27 dicembre 1973, quando in Irlanda del Nord il cittadino tedesco Thomas Niedermayer, direttore generale dello stabilimento Grundig di Belfast e console onorario, venne rapito da casa. Solo sette anni dopo un informatore dell’IRA consentì alla moglie e alle figlie di recuperarne il corpo.
Gregg sceglie il punto di vista delle nipoti di Niedermayer, Tanya e Rachel, cresciute senza sapere nulla della vicenda che aveva segnato in modo così doloroso la loro famiglia: il documentario “mostra come il fine non giustifichi mai i mezzi, e come la violenza subìta diventi spesso un’eredità devastante per le vittime del terrorismo”, dice il regista.
ONE NIGHT IN MILLSTREET di Andrew Gallimore
Con One Night in Millstreet torniamo invece al weekend di San Patrizio del 1995: nelle campagne della contea di Cork ebbe luogo un incontro di pugilato di livello mondiale fra il campione inglese dei supermedi Chris Eubank e l’allora meno noto irlandese Steve Collins, che veniva dai sobborghi di Dublino.
La risonanza dell’evento e la sua portata simbolica non furono solo sportive: il regista Andrew Gallimore, che ha un passato da giornalista e all’incontro Eubank-Collins era presente di persona, ripercorre “le bizzarre coincidenze, gli scandalosi colpi di fortuna e i drammatici colpi di scena che condussero all’emozionante resa dei conti”, con uno sguardo attento anche al percorso umano dei due diversissimi contendenti.
NOTES FROM SHEEPLAND di Cara Holmes
Esiste un legame tra arte e pastorizia? Dopo anni trascorsi a Bruxelles, l’artista visiva Orla Barry fa ritorno alla fattoria di famiglia nel Wexford: qui l’allevamento delle pecore, che inizialmente doveva essere solo un modo per guadagnarsi da vivere, diventa una vera e propria passione ossessiva.
Cara Holmes, musicista e filmmaker originaria di Dublino, racconta la storia di Orla Barry in Notes from Sheepland, premiato come miglior documentario al Dublin International Film Festival Dublino, al Docs Ireland 2023, e candidato agli IFTA – Irish Film & Television Awards 2024. Il film nasce da un libro della stessa Orla, Shaved Rapunzel, Scheherazade & the Shearing Ram from Arcady.
I DREAM IN PHOTOS di Gary Lennon
Il fotoreporter nordirlandese Cathal McNaughton, Premio Pulitzer 2018 per il suo lavoro dedicato ai rifugiati Rohingya, ha lasciato “il miglior mestiere del mondo” al culmine della carriera e all’età di soli 40 anni. Dopo un coraggioso lavoro sul campo in alcuni dei luoghi più pericolosi del pianeta, e dopo che l’ossessione per la sua arte lo aveva allontanato dalla famiglia e dal figlio, ora Cathal si trova in un momento di profonda riflessione e conduce una vita quasi monastica: deve tentare di ricucire i propri rapporti personali e al tempo stesso affrontare i demoni del passato.
“Nel corso delle riprese – spiega Gary Lennon, che a McNaughton ha dedicato il documentario I Dream in Photos – ho raggiunto una conoscenza profonda del lavoro di Cathal, del suo approccio alla fotografia e al giornalismo fotografico. Ma soprattutto ho conosciuto Cathal: l’uomo, la sua etica, i suoi valori e le sue convinzioni. Il suo obiettivo è sempre stato quello di dare voce a chi non ce l’ha”.
IN THE SHADOW OF BEIRUT di Stephen Gerard Kelly e Garry Keane
Tra i film presentati in streaming da IRISH FILM FESTA nel 2021 c’era il documentario Gaza di Garry Keane e Andrew McConnell, un ritratto della gente comune che abita nella “più grande prigione a cielo aperto del mondo”.
Lo stesso team di filmmaker irlandesi torna al festival con In the Shadow of Beirut: co-autore del film con Keane è l’artista Stephen Gerard Kelly, che nel 2015 si è trasferito nella capitale libanese per ragioni sentimentali. Nei difficili quartieri di Sabra e Shatila, Stephen è entrato in contatto con alcune delle famiglie locali, in gran parte discendenti degli originari rifugiati palestinesi, che lo hanno incoraggiato a documentare le loro vite.
Lo sensibilità irlandese nei confronti delle zone di conflitto e settarismo, come Gaza e come Sabra e Shatila, non può prescindere dalla storia dell’Irlanda stessa: gli autori di In the Shadow of Beirut, realizzato in collaborazione con la società libanese Abbout Productions, spiegano che il film “non è legato a una particolare ideologia, ma, attraverso l’osservazione delle vite dei protagonisti, fa emergere comunque una presa di posizione politica molto chiara”.
Anche In the Shadow of Beirut è candidato al premio IFTA 2024 per il miglior documentario.
CINEMA E LETTERATURA
Al festival torna lo spazio riservato alla letteratura e allo stretto rapporto che in Irlanda la lega al cinema: l’adattamento di That They May Face the Rising Sun, ultimo romanzo di John McGahern (1934-2006) portato sul grande schermo da Pat Collins, è l’occasione per omaggiare lo scrittore irlandese con una piccola sezione speciale.
JOHN McGAHERN: A PRIVATE WORLD e
THAT THEY MAY FACE THE RISING SUN di Pat Collins
Rivedremo il documentario John McGahern: A Private World, realizzato proprio da Collins nel 2005, poco prima della scomparsa di McGahern. Abile come intervistatore non meno che come regista, il regista offriva una visione intima e a tratti addirittura commovente del processo creativo e della vita di un artista considerato il principale scrittore irlandese dell’epoca moderna.
McGahern ha descritto la vita nell’Irlanda rurale, i suoi rituali e la sua durezza, l’incanto che si trova nella natura ma anche le ipocrisie e le violenze nascoste nelle piccole comunità isolate.
Nel 1965 il romanzo The Dark venne messo al bando dalla Censorship of Publications Board per “oscenità”, McGahern perse il lavoro da insegnante e anche la Irish National Teachers’ Organisation gli negò il sostegno sindacale.
Il suo racconto Korea ha ispirato l’omonimo film diretto da Cathal Black nel 1995 con un giovanissimo Andrew Scott; in Italia sono stati pubblicati in traduzione Moran tra le donne (Einaudi, 1990), Il pornografo (Einaudi, 1994), The Dark (Minimum Fax, 2016), Cose impossibili di tutti i tipi (Racconti, 2020).
That They May Face the Rising Sun di Pat Collins è tratto dall’ultimo romanzo di McGahern, pubblicato nel 2002 e purtroppo inedito in Italia: il film segue un anno nella vita di Joe e Kate Ruttledge, tornati a vivere nel paesino della campagna irlandese dove lui è cresciuto, e di quella dei memorabili personaggi del luogo, assecondando il ritmo del lavoro, la vita quotidiana e il passare delle stagioni.
Il cast è composto da tanti volti noti del cinema irlandese: Barry Ward (l’anno scorso era a IFF con Sunlight), Lalor Roddy (God’s Creatures, il corto The Radio vincitore di IFF 2023), Philip Dolan, Seán McGinley, Brendan Conroy, Ruth McCabe, John Olohan (al festival lo vedremo anche in Lies We Tell e nel corto What Now?) Declan Conlon, e l’attrice tedesca Anna Bederke.
Il film ha appena ricevuto 11 candidature all’edizione 2024 degli IFTA – Irish Film & Television Academy Awards, tra cui quelle come miglior film e per la miglior regia.
In collaborazione con IFF, That They May Face the Rising Sun sarà proiettato successivamente anche al Trento Film Festival (26 aprile – 5 maggio) nell’ambito della sezione “Destinazione Irlanda”.
LIES WE TELL di Lisa Mulcahy
Dal romanzo gotico ottocentesco Uncle Silas dell’irlandese Joseph Sheridan Le Fanu, la regista Lisa Mulcahy trae un period drama a tinte forti, che rispetta gli elementi tipici del genere ma non rinuncia a un approccio contemporaneo: in un castello isolato Maude, un’ereditiera orfana, è costretta ad affidarsi alla tutela del minaccioso zio Silas, sul cui passato pesano gravi accuse. L’uomo intravede la possibilità di far sposare Maude con il proprio figlio, l’inetto Edward, reclamando così l’eredità che ritiene gli spetti di diritto. Ma Maude è troppo acuta per farsi raggirare.
Nel cast di Lies We Tell, a fianco della giovane emergente Agnes O’Casey (che rivedremo prossimamente in Small Things Like These, tratto dall’omonimo racconto dell’autrice di The Quiet Girl Claire Keegan), troviamo David Wilmot (‘71, Ordinary Love, The Wonder) e Chris Walley (era uno dei protagonisti di The Young Offenders, a IFF nel 2017). Il film è candidato a 13 premi IFTA.
SHAKES VS SHAV di Damian Farrell, Gerry Hoban (cortometraggio)
Gerry Hoban ha partecipato a IFF nel 2018 con il documentario My Astonishing Self: Gabriel Byrne on George Bernard Shaw: quest’anno presentiamo, come proiezione speciale fuori concorso, il cortometraggio a tecnica mista Shakes Versus Shav, co-diretto con l’animatore e marionettista Damian Farrell.
Il corto, che vede la partecipazione degli attori Colm Meaney e Derek Jacobi, prende spunto dall’ultima opera del leggendario drammaturgo irlandese Premio Nobel, George Bernard Shaw. Shaw immagina di sfidare William Shakespeare in una gara dialettica per stabilire chi fra di loro sia il migliore.
La sezione concorso di IFF riservata ai cortometraggi di produzione o co-produzione irlandese presenta quindici titoli (a fronte di quasi 200 candidature ricevute) che spaziano come sempre tra fiction, animazione e documentario: qui la selezione completa.
LE OPERE PRIME
LIE OF THE LAND di John Carlin
Lie of the Land di John Carlin è un thriller claustrofobico, tutto ambientato in una fattoria nella zona di Ballymena, in Irlanda del Nord: un’anziana coppia di agricoltori (magistralmente interpretati da Nigel O’Neill e Ali White) decide di fuggire da una situazione finanziaria disastrosa, con un pesante debito che grava sulla loro piccola proprietà, per tentare una nuova vita altrove. L’occasione arriva tramite Shepherd, un misterioso sconosciuto che promette, dietro compenso, di allontanarli da tutti i loro problemi. Ma il giorno della partenza, la coppia cambia idea. Shepherd, infuriato, diventa violento e scatena una caccia mortale intorno alla fattoria.
Lie of the Land ha vinto il premio per la migliore opera prima al Galway Film Fleadh 2023. John Carlin, che viene da una lunga esperienza nella regia televisiva, presenta al festival anche il cortometraggio You, I Know co-diretto con Lisa Service.
VERDIGRIS di Patricia Kelly
La produzione lo definisce “un buddy movie realistico, crudo e tragico”: Verdigris, scritto e diretto dall’esordiente Patricia Kelly, porta in scena una classica strana coppia composta dalla neopensionata Marian, insoddisfatta della propria vita matrimoniale, e dall’adolescente Jewel, che è stata abbandonata dalla madre e per vivere si prostituisce. Sia pure controvoglia, le due diventano amiche, e Marian si rende conto che, con questa improbabile alleata al suo fianco, il suo futuro può cambiare.
Verdigris è stato premiato al Galway Film Fleadh come miglior film indipendente, al Kerry International Film Festival e all’Irish Film Festival London, e ha ricevuto cinque candidature agli IFTA Awards.
I CLASSICI
ANNE DEVLIN di Pat Murphy
La regista dublinese Pat Murphy ha diretto solo tre lungometraggi, il più noto dei quali è Nora (2000, con Ewan McGregor e Susan Lynch nei ruoli di James Joyce e Nora Barnacle), ma sono soprattutto i primi due – Maeve (1981) e Anne Devlin (1984) – ad averla affermata come un nome importante del cinema europeo di taglio femminista.
Al festival celebreremo il quarantennale del dramma storico Anne Devlin, visto pochissimo al di fuori dell’Irlanda e mai proiettato in Italia.
Il film racconta la vita della dimenticata figura storica di Anne Devlin, che collaborò con Robert Emmett alla preparazione dell’insurrezione degli Irlandesi contro il dominio britannico del 1803. Fallita la rivolta, Anne venne arrestata e torturata, ma si rifiutò di fare i nomi dei cospiratori.
Pat Murphy fugge la spettacolarizzazione e il naturalismo, a favore di una stilizzazione formale (la fotografia, tra luce naturale e lume di candela, è di Thaddeus O’Sullivan) e di una linearità scrittura che mettono in scena conflitti e rapporti di potere (inglesi/irlandesi, maschile/femminile) senza pedanteria. Il risultato è un film da riscoprire, che ancora oggi non sfigura di fronte a produzioni di genere simile più recenti e più considerate.
Anne è interpretata da Bríd Brennan, tuttora tra le maggiori attrici irlandesi di cinema e teatro (l’anno scorso l’abbiamo vista in My Sailor, My Love); al suo fianco riconosciamo Bosco Hogan (Vikings: Valhalla) e Ian McElhinney (il nonno Joe di Derry Girls).
BREAKFAST ON PLUTO di Neil Jordan: Omaggio a Cillian Murphy
Nell’anno in cui il sodalizio con Christopher Nolan gli ha portato finalmente un meritatissimo premio Oscar, primo irlandese a vincere nella categoria del miglior attore protagonista per la sua interpretazione in Oppenheimer, non potevamo non rendere omaggio al talento di Cillian Murphy: abbiamo scelto Breakfast on Pluto, il film di Neil Jordan che nel 2006 metteva già in luce le qualità dell’attore originario di Cork.
Tratto dal romanzo di Patrick McCabe, Breakfast on Pluto è la storia di Patrick “Kitten” Braden: figlio illegittimo del parroco di un paesino, cresce infelice in una ostile famiglia adottiva nell’Irlanda degli anni 60. Lui non desidera altro che essere una donna e ritrovare la madre, fuggita a Londra dopo la sua nascita. Mentre l’IRA comincia una serie di sanguinosi attentati nelle isole britanniche, Patrick si trasferisce nella Swinging London, dove le sue stravaganze saranno meno avversate.
IRISH FILM FESTA nasce nel 2007. Creato e diretto da Susanna Pellis, il festival è prodotto dall’Associazione Culturale Archimedia ed è realizzato in collaborazione con Irish Film Institute, con il sostegno di Culture Ireland e Screen Ireland; con il patrocinio dell’Ambasciata d’Irlanda in Italia. Sponsor: Intesa Sanpaolo. Mediapartner: Film Tv, Taxidrivers.
IL PROGRAMMA
4-7 aprile 2024, Casa del Cinema
📽️ Giovedì 4 aprile
🔸 Sala Cinecittà
16:00 – NOTES FROM SHEEPLAND (2023, C. Holmes) – documentario, 70’
[il film sarà preceduto dal corto Shakes Versus Shav, 18’]
18:00 – Irish Classic: ANNE DEVLIN (1984, P. Murphy) – 121’
20:30 – Saluto di benvenuto: Ambasciata d’Irlanda e Irish Film Institute
a seguire:
LIES WE TELL (2023, L. Mulcahy) – 89’
📽️ Venerdì 5 aprile
🔸 Sala Cinecittà
16:30 – FACE DOWN (2023, G. Gregg) – documentario, 85’
18:30 – JOHN McGAHERN: A PRIVATE WORLD (2005, P. Collins) – documentario, 54’
Introduce il Prof. John McCourt, Rettore dell’Università di Macerata e docente di letteratura inglese e irlandese. Sarà presente il regista.
20:30 – LIE OF THE LAND (2023, J. Carlin) – 80’
Intervengono il regista John Carlin e il protagonista Nigel O’Neill
📽️ Sabato 6 aprile
🔸 Sala Cinecittà
15:30 – IN THE SHADOW OF BEIRUT (2022 S. Kelly & G. Keane) – documentario, 92’
18:00 – THAT THEY MAY FACE THE RISING SUN (2023, P. Collins) – 107’
a seguire: Incontro con il regista Pat Collins
21:00 – Premiazione del cortometraggio vincitore
a seguire:
I DREAM IN PHOTOS (2023, G. Lennon) – documentario, 80’
Interviene il regista Gary Lennon
🔸 Sala Fellini
16:00 CORTOMETRAGGI IN CONCORSO (90’)
Baby Steps – What Now? – Worry World – Calf – Every Other Weekend – The Final Chapter – Once A Beige Day – Wrecker
18:00 CORTOMETRAGGI IN CONCORSO (75‘)
Teacups – Knockser – Cantata – Ruff Patch – Simon – Cumha – You, I Know
📽️ Domenica 7 aprile
🔸 Sala Cinecittà
15:30 – ONE NIGHT IN MILLSTREET (2023, A. Gallimore) – documentario, 80’
18:00 – VERDIGRIS (2023, P. Kelly) – 95’
Intervengono la regista Patricia Kelly e il produttore Paul FitzSimons
20:30 – Omaggio a Cillian Murphy – Irish Classic
BREAKFAST ON PLUTO (2006, N. Jordan) – 123’