Il cinema irlandese ha un passato burrascoso quasi come l’isola stessa: quando Hollywood e le maggiori cinematografie europee vivevano gli anni d’oro, l’Irlanda era soffocata da una realtà politica e sociale particolarmente complessa. Le produzioni straniere hanno però sempre attinto ai suoi straordinari paesaggi, e quando il cinema locale ha potuto finalmente spiccare il volo, quegli stessi paesaggi hanno assunto chiavi di lettura via via più stratificate, portando alla luce una realtà sociale vivida e innumerevoli storie da raccontare.
Dai primi film muti della Kalem Company, di cui vi abbiamo già raccontato, al cinema irlandese più recente e affamato di tematiche nuove, i paesaggi dell’Irlanda sono stati terra di leggende fantastiche, ritorni alle origini, e storie di disperazione e riscatto.
In questo periodo in cui viaggiare è diventato più difficile, il cinema non smette però di trasportarci lontano: andiamo quindi virtualmente in Irlanda a scoprire alcune celebri location cinematografiche. La prima tappa non può che essere Dublino.
Capitale della Repubblica d’Irlanda, Dublino è una città vivace che ha saputo riscattarsi dalle pagine più buie della sua storia. In anni recenti ha conosciuto una continua evoluzione e oggi è in grado di offrire tanto l’intrattenimento delle capitali culturali europee quanto la tranquillità di una città a dimensione d’uomo affacciata sul mare.
Non stupisce quindi che il cinema irlandese guardi a Dublino con interesse: i parchi, le vie caratteristiche, i monumenti del centro e i palazzoni delle periferie prendono vita sullo schermo attraverso il racconto di grandi fatti storici o della quotidianità di gente comune che coltiva un sogno di riscatto.
Grafton Street
Chiunque sia stato a Dublino, avrà di certo percorso l’affollata Grafton Street: via commerciale per eccellenza della capitale irlandese, si snoda nel centro cittadino collegando una delle estremità del Trinity College al parco di St. Stephen’s Green. Vivace e colorata, Grafton Street è la via dello shopping, delle grandi catene e dei piccoli negozi di souvenir, ma le sue vetrine si contendono l’attenzione dei turisti con i celebri buskers, artisti di strada e musicisti che fanno di vie e piazze il proprio palcoscenico. La scena musicale dublinese è vibrante non stupisce quindi che John Carney abbia scelto di raccontare proprio questa realtà nel suo film più celebre e fortunato: Once, film a bassissimo budget premio Oscar per la Miglior Canzone Originale nel 2007 (Falling Slowly), racconta la storia di un musicista che si guadagna da vivere aggiustando aspirapolveri e suonando per strada.
La strada in questione è proprio Grafton Street, dove Carney ambienta, tra le altre, la sequenza di apertura in cui il protagonista, interpretato da Glen Hansard, insegue un ragazzo che ha tentato di rubargli il guadagno della giornata. Ed è sempre in Grafton Street che il musicista incontra la giovane polistrumentista ceca (interpretata da Marketa Irglova) che gli cambierà la vita. Conversazione dopo conversazione, tra la folla di Grafton Street, i due instaurano un profondo rapporto di amicizia che li sprona a riprendere in mano le proprie vite, dando una nuova direzione a sogni, speranze e ambizioni.
St. Stephen’s Green
Dublino è ricca di aree verdi e può anche vantare il parco urbano più grande d’Europa, Phoenix Park. Nel cuore della città, però, è un’altra la meta tanto di turisti quanto di dublinesi: St. Stephen’s Green. Situato all’estremità della già citata Grafton Street, è uno dei più antichi parchi cittadini d’Irlanda. Se in passato era il luogo prescelto per fustigazioni ed esecuzioni pubbliche, oggi è invece un’oasi di pace dove rifugiarsi per sfuggire alla frenesia della città: quasi nove ettari incorniciati da palazzi di epoca georgiana, luogo ideale per una pausa nel verde.
Ed è proprio qui che John Carney termina l’inseguimento, iniziato in Grafton Street, tra il protagonista di Once e il ragazzo che ha tentato di rubargli i pochi euro guadagnati suonando per strada. Di fronte all’imponente Fusiliers’ Arch, che si erge all’ingresso del parco, il musicista riesce a recuperare i suoi soldi e il dialogo che segue è in grado di tratteggiare con poche parole due vite distanti ma accomunate dalla fatica del quotidiano.
Da St. Stephen’s Green passano anche altre due anime inquiete: quelle dei due amici tossicodipendenti Adam e Paul, nell’omonimo film che ha segnato l’esordio alla regia di Lenny Abrahamson (ospite ad Irish Film Festa nel 2015) e convenzionalmente anche la nascita del New Irish Cinema che all’inizio del nuovo millennio ha dato finalmente il via alla rappresentazione sullo schermo di storie urbane di quotidianità senza filtri e abbellimenti. E proprio senza filtri è raccontata la giornata di Adam e Paul, tra black comedy e grottesco, disperazione e alienazione. In Adam & Paul, Abrahamson, coadiuvato dalla sceneggiatura di Mark O’Halloran che è anche interprete di Adam, porta in scena il problema della tossicodipendenza e dei senzatetto, particolarmente pesante a Dublino tra gli anni ’90 e i primi 2000.
Il film delinea l’instabilità sociale che per anni ha caratterizzato la working class e Dublino sembra caricare su di sé tale realtà, amplificandola. Come se fosse uno specchio, la città restituisce nella propria immagine la stessa alienazione dei due protagonisti. Grigia, noncurante e a tratti inospitale, la Dublino di Adam & Paul è prima di tutto periferia. Abrahamson rifugge dai luoghi turistici, scegliendo invece per la prima volta di mostrare la geografia delle periferie dando inizio alla narrazione di nuove identità e nuove storie urbane, contemporanee e reali. I suoi protagonisti vagano tra il cemento e gli appartamenti tutti uguali di Ballymun e anche quando il peregrinare senza meta li conduce nel centro della città, è come se portassero con loro il degrado, l’emarginazione e l’anonimato della periferia. Quando giungono a St. Stephen’s Green si stenta a riconoscere il parco, che perde i suoi tratti distintivi. Qui si svolge una lunga scena in cui incontrano alcuni conoscenti, tra cui la sorella di un loro vecchio amico, morto da poco probabilmente proprio a causa della droga. L’ostilità con cui sono accolti non fa altro che sottolineare l’isolamento in cui i due ragazzi si trovano. Nemmeno la tranquillità di St. Stephen’s Green può alleviare la perenne irrequietezza che regna nella loro vita, completamente dedicata a una ricerca senza fine della dose quotidiana di eroina. Dalla baia alla periferia, dalle strade del centro città a St. Stephen’s Green, Dublino è spettatrice silenziosa dell’inesorabile deriva di Adam e Paul.
George Street Arcade
A pochi passi dal cuore pulsante di Temple Bar è situato quello che nel 1881 fu il primo centro commerciale della città: George Street Arcade. Costruito in epoca vittoriana, oggi è sede di bancarelle, boutique e negozi dal sapore vintage e la sua facciata è ancora caratterizzata dai tipici mattoni rossi che permettono di riconoscerlo già da lontano.
Anche George Street Arcade è una delle a location di Once, film in cui Dublino è una vera e propria terza protagonista: dopo che la ragazza ha raggiunto il musicista con il suo aspirapolvere rotto, decide di seguirlo a pranzo in attesa di recarsi presso il negozio del padre per poterlo riparare. I due vanno al coffee shop Simon’s Place, che dopo il successo del film è comunemente chiamato “the Once café”, e per farlo attraversano proprio il mercato coperto di George Street Arcade.
Dublin Castle
A pochi vicoli di distanza da George Street Arcade, si erge il castello di Dublino. Simbolo del potere inglese, fu centro nevralgico della guerra anglo-irlandese. Dopo la nascita dello Stato Libero d’Irlanda nel 1922, perse però le sue funzioni amministrative e cominciò a essere utilizzato per cerimonie e conferenze, e oggi è una delle principali attrazioni della città. Il Castello attuale risale al XVIII secolo, ma sul luogo sono ancora visibili alcuni resti del castello originale di epoca medievale che andò in buona parte distrutto in un incendio nel ‘600. Tra questi vi è la Record Tower, perfettamente conservata, che affaccia sui bei giardini della Chester Beatty Library dove ogni giorno si raccolgono i lavoratori della zona che vogliono concedersi una pausa pranzo in tranquillità.
Il Castello di Dublino si presta bene come location per film e serie tv di carattere storico e infatti sono molte le produzioni, nazionali e internazionali, che lo hanno scelto nel corso degli anni. Il film più rilevante in tal senso è Michael Collins di Neil Jordan, non solo perché fa conoscere al grande pubblico internazionale una parte importantissima della storia irlandese riabilitando in chiave eroica la memoria di una figura storica per anni oscurata, ma anche perché parte delle vicende che porta in scena si sono svolte proprio in quel castello.
La più significativa tra le scene girate sul luogo è quella in cui il Castello viene ceduto a Collins e all’esercito del neonato Stato Libero d’Irlanda, a seguito della firma del Trattato Anglo-Irlandese che concedeva all’Irlanda una parziale indipendenza. Le truppe inglesi e le giovani truppe irlandesi sono schierate nel cortile per assistere alla rimozione della bandiera britannica e quando il tenente FitzAlan rimprovera a Collins di essere arrivato con sette minuti di ritardo, la risposta è memorabile: “Ci avete fatto aspettare per 700 anni, potete aspettare 7 minuti.”
Trinity College
Il Trinity College è uno dei college più prestigiosi al mondo e per Dublino, grazie alla sua fama e soprattutto alla meravigliosa biblioteca che custodisce il Book of Kells, è anche un’attrazione turistica e culturale. Situato nel cuore della città, il Trinity College è costituito da diversi edifici e ingressi; il più celebre e utilizzato si affaccia su College Green e permette di accedere a Parliament Square.
Anche il Trinity College viene spesso utilizzato come location ed è stato scelto anche per la sequenza di apertura di The Stag – Se sopravvivo mi sposo, primo lungometraggio del dublinese John Butler che ha aperto la settima edizione di Irish Film Festa nel 2014. The Stag racconta le peripezie di un gruppo di amici alle prese con l’addio al celibato di uno di loro. Tra i protagonisti anche Andrew Scott, testimone dello sposo e docente proprio del Trinity College. La sequenza di apertura vede Scott attraversare Parliament Square in una tipica giornata di pioggia dublinese, e sotto lo sguardo vigile delle statue disseminate nella città raggiungere la casa del futuro sposo Fionnan (l’attore Hugh O’Conor, che è stato ospite a IFF nel 2019 per presentare il suo esordio da regista Metal Heart, anch’esso ambientato e girato a Dublino nel sobborgo di Rathfarnham).
Dublin Bay
Non possiamo chiudere questa breve rassegna di location dublinesi senza citare la baia su cui si affaccia la città. Costellata di piccoli e caratteristici sobborghi spesso scelti dalle celebrità perché più tranquilli rispetto al centro, la baia regala panorami mozzafiato e paesaggi naturali a poca distanza dalla capitale: da Howth a Dún Laoghaire, è impossibile non essere catturati dalla sua bellezza.
La costa gioca un ruolo importante nell’identità culturale della città e non è strano quindi che venga spesso scelta come set. Lo ha fatto Lenny Abrahamson iniziando e terminando il vagabondare di Adam e Paul in una fredda e anonima spiaggia alle porte di Dublino dove l’unico segno riconoscibile all’orizzonte sono le ciminiere della Poolbeg Generating Station. Ma lo ha fatto anche John Carney con un’accezione ottimista tanto in Once quanto nel successivo Sing Street. Proprio per questo abbiamo deciso di includere uno dei più celebri villaggi costieri di Dublino tra le location della città: Dalkey.
Con Sing Street, infatti, Carney torna a Dublino e alla musica raccontando avventure e disavventure del quattordicenne Conor e del suo scapestrato gruppo musicale. Per conquistare Raphina, la ragazza di cui è innamorato, Conor prende in prestito la barca del nonno e porta la ragazza a Dalkey Island. L’isolotto, che si trova appunto davanti al villaggio di Dalkey, è stato in passato meta di pellegrinaggi; oggi è abitato solo da qualche capra selvatica e tanti uccelli marini, e vi si trovano una torre martello e i resti di una piccola chiesa.
Sing Street si chiude con la sequenza in cui Conor e Raphina a bordo del motoscafo del nonno si imbarcano alla volta di Londra verso un futuro fatto di nuove opportunità, lasciandosi alle spalle Coliemore Harbour e l’isoletta di Dalkey.
Questi sono solo alcuni dei luoghi che abbiamo potuto apprezzare sul grande schermo. Ma Dublino regala scorci e spunti sempre nuovi. Per i più curiosi ricordiamo che il portale IFI Player di Irish Film Institute permette di viaggiare anche nel tempo e rivivere la Dublino d’epoca tramite tante collezioni di filmati amatoriali e non solo.
– Annagiulia Zoccarato