Per gli appassionati non solo del cinema irlandese, ma anche della storia del Paese, c’è una risorsa imprescindibile e ricca di contenuti: si tratta dell’IFI Player, un progetto dell’Irish Film Institute di Dublino che si propone di rendere accessibile al pubblico anche internazionale parte del materiale d’archivio custodito all’Irish Film Archive.
Muovendosi tra filmati amatoriali, newsreel d’epoca, documentari e molto altro, IFI Player permette di avere a portata di click e senza restrizioni geografiche non solo la storia irlandese e i suoi più importanti cambiamenti sociali e politici, ma anche scene di vita quotidiana e intrattenimento.
The O’Kalem Collection
Una delle collezioni che è possibile vedere su IFI Player è quella dedicata ai film di Sidney Olcott e della Kalem Company, anche conosciuti come “The O’Kalems”, che ebbero un ruolo chiave nella sviluppo della cinematografia in Irlanda.
Tra il 1910 e il 1914, gli O’Kalem realizzarono in totale 26 film: gli otto che sono sopravvissuti fino ad oggi, oltre ad essere disponibili online, sono stati anche riuniti nella raccolta The O’Kalem Collection: 1910-1915 presentata dall’Irish Film Institute nel 2011 e disponibile in DVD. La raccolta comprende anche il documentario di Peter Flynn Blazing the Trail che ha esplorato il significato di queste prime importanti opere sia all’interno della cinematografia americana che di quella irlandese, e che il pubblico più affezionato di IRISH FILM FESTA ha già potuto vedere nel 2011.
La pionieristica avventura della Kalem Company in Irlanda
La Kalem Film Manufacturing Company of New York fu fondata nel 1907 e si impose immediatamente nel panorama cinematografico pre-hollywoodiano grazie a una serie di accorgimenti all’avanguardia. La compagnia non disponeva di studios e quindi, tanto per scelta quanto per necessità, divenne apripista del filmare in location, prediligendo un uso ambizioso dell’ambientazione.
Si racconta che, nella primavera del 1910, i vertici della Kalem convocarono il regista di punta della compagnia, il canadese Sidney Olcott, e gli domandarono in quale parte del mondo avrebbe voluto girare un film. Olcott scelse proprio l’isola che aveva dato i natali a sua madre: l’Irlanda. Nell’agosto dello stesso anno, quindi, sbarcò a Queenstown – l’odierna Cobh – insieme all’attrice e sceneggiatrice Gene Gauntier e ad altri membri della compagnia.
La compagnia si stabilì a Killarney, nella contea di Kerry, dove girò la sua prima opera di finzione, The Lad From Old Ireland, che vanta il primato di essere il primo film americano girato in location esterne agli Stati Uniti oltre che il primo film di finzione mai girato in Irlanda.
The Lad From Old Ireland riscosse un notevole successo di pubblico e l’estate seguente la Kalem inviò una nuova unità di produzione che si stabilì a Beaufort, vicino a Killarney, dove Olcott e Gauntier pensarono addirittura di aprire uno studio cinematografico permanente. La popolazione del paese li accolse con curiosità, interesse e benevolenza tanto da soprannominarli gli “O’Kalem”, soprannome che rimase loro anche quando, verso la fine del 1912, si allontanarono dalla Kalem per divergenze.
Nel 1914, Olcott ritornò in Irlanda per l’ultima volta realizzando due film entrambi incentrati sul periodo della ribellione del 1798 e sulle sue conseguenze. In appena quattro anni, gli O’Kalem realizzarono in totale 26 film, dando all’Irlanda una vitalità cinematografica che per gli anni a seguire sarebbe rimasta a lungo sopita.
L’Irlanda sullo schermo
Gli O’Kalem attinsero a piene mani dalla tradizione adattando per il grande schermo canzoni popolari, poemi e melodrammi anche politici. Del primo viaggio sull’isola, l’unico film sopravvissuto è The Lad From Old Ireland. Il film – storia del giovane emigrante Terry che, una volta fatta fortuna in America, torna in Irlanda dalla donna amata – fissa una serie di tropi narrativi legati alla rappresentazione dell’isola che faranno fortuna nel corso degli anni: l’Irlanda come spazio quasi esclusivamente rurale, l’emigrazione e il ritorno a casa, il legame politico con gli irlandesi d’America.
L’esempio più lampante e più famoso di questa concezione dell’Irlanda che si protrae nel tempo è certamente Un uomo tranquillo di John Ford (1952), per antonomasia il film della nostalgia, del ritorno a casa dopo l’esperienza americana e della ricerca dell’affetto e della pace in un ambiente rurale, arcaico e idilliaco.
Più recentemente, le conseguenze del cosiddetto “sogno americano” vengono declinate in svariate sfumature anche antitetiche: dal coming of age di Brooklyn (John Crowley, 2015) in cui i ruoli si invertono e il ritorno a casa non è più liberatorio ma invece è l’America che regala la serenità agognata, ai conflitti tra bande di Gangs of New York (Martin Scorsese, 2002) che raccontano l’altra faccia dell’emigrazione: la criminalità e il razzismo.
La lista di film che hanno trattato il tema in maniera più o meno differente potrebbe essere lunghissima perché il cinema ha sempre trovato nell’Irlanda e nelle storie irlandesi una fonte di ispirazione, ma l’idea dell’America come terra di abbondanza, libertà e opportunità è ricorrente già nei film della Kalem Company e in particolare in quelli riconducibili al filone dei cosiddetti rebel-and-redcoat dramas, dove essa si trasforma nell’enfasi sull’America come rifugio per gli attivisti politici irlandesi. Le incursioni nel melodramma più interessanti, infatti, sono proprio quelle legate alle tematiche politiche che permisero a Olcott e Gauntier di dichiarare quasi apertamente la propria simpatia per la causa dell’indipendenza irlandese.
I film politici di Sidney Olcott
I film, sopravvissuti fino ad oggi, che manifestano una chiara relazione con il melodramma politico di derivazione teatrale sono Rory O’More (1911), For Ireland’s Sake (1912) e Bold Emmet, Ireland’s Martyr (1914).
Questi film sposano l’idea di un nazionalismo militante e popolare e si concentrano sugli eventi che ruotano attorno alle ribellioni contro gli inglesi del 1798 e del 1803. Rispettando le convenzioni del genere a cui si rifanno, i film della Kalem non nascondono la vicinanza alle istanze indipendentiste irlandesi dell’epoca e perciò creano a Olcott anche qualche tensione con le autorità inglesi.
Rory O’More, il primo film a riflettere la crescente politicizzazione degli O’Kalem, presenta una struttura narrativa semplice e inevitabilmente fondata sulla presenza dei personaggi fissi del melodramma: l’eroe ribelle in fuga dai soldati britannici, la donna amata e l’antagonista, il cosiddetto informer che tradisce il protagonista consegnandolo alle autorità. Se gli spettatori irlandesi dimostrarono di approvare il modo in cui Olcott e Gauntier trattavano i temi politici, le autorità britanniche invece, consapevoli della potenza del mezzo cinematografico nel favorire il diffondersi delle idee, cominciarono a guardarli con sospetto e usarono la censura e altri mezzi informali per tentare di arginarne il successo.
A maggior ragione poiché l’interesse di Olcott per la questione politica non si limitava solo ai film che era interessato a produrre, ma verosimilmente dimostrava il proprio sostegno alla causa anche in maniera concreta: pare infatti che fornisse armi vere agli Irish Volunteers del Kerry, dopo averle introdotte nel Paese come materiale di scena.
A causa anche del rapido deterioramento della situazione politica europea che si affacciava ormai alla Prima Guerra Mondiale, il sogno di Olcott e Gauntier di aprire uno studio di produzione a Beaufort svanì definitivamente e la donna decise di interrompere la sua collaborazione artistica con Olcott che, invece, rimase in Irlanda e cominciò a lavorare a Bold Emmett, Ireland’s Martyr (1914): storia del giovane Con Daly, membro dell’organizzazione nazionalista United Irishman.
Il più anti-britannico e nazionalista dei film di Olcott, Bold Emmett, Ireland’s Martyr fu l’unico espressamente vietato dalle autorità. La messa al bando del suo film, unita alla crescente instabilità politica e alla separazione da Gene Gauntier, costrinse Olcott a rivedere il proprio desiderio di creare un’industria cinematografica in Irlanda e lo convinse a rientrare definitivamente negli Stati Uniti.
Un’importante eredità
La Kalem Company investì sull’Irlanda passione e un notevole sforzo produttivo, e l’interesse di Olcott e Gauntier per l’isola ha donato al cinema una rappresentazione autentica e appassionata di un Paese che da quel momento in poi sarebbe rimasto nell’ombra per decenni, a causa dell’inasprirsi del conflitto con la Gran Bretagna prima e della Guerra Civile poi e delle conseguenze che scaturirono da tali eventi.
I film degli O’Kalem rappresentano una testimonianza importantissima di quello che furono le prime rappresentazioni dell’Irlanda al cinema sia per gli appassionati del cinema muto che per gli amanti della cultura irlandese.
Oltre ai film già citati, sulla piattaforma IFI Player sono disponibili anche i film di derivazione melodrammatica incentrati su tragiche storie d’amore e sul tema dell’emigrazione: The Colleen Bawn (1911), You Remember Ellen (1912) ispirato alla celebre canzone popolare di Thomas Moore, His Mother (1912) e Come Back to Erin (1914).
Grazie a iniziative come IFI Player è possibile immergersi in un mondo forse poco conosciuto al grande pubblico, ma a cui il cinema moderno e contemporaneo – non solo irlandese – deve molto.
– Annagiulia Zoccarato