La 12a IRISH FILM FESTA presenta undici cortometraggi in concorso per la categoria Drama (qui parliamo invece dei documentari): film di genere (horror e fantascienza), grandi attori e anche un’opera in anteprima mondiale.
Qui presentiamo Bless Me Father di Paul M. Horan, Clean di Garry Cooper, Leap of Faith di Mark Smyth, Low Tide di Ian Hunt Duffy e The Observer Effect di Garret Walsh.
Bless Me Father di Paul M. Horan
«Per un film completamente basato su un dialogo tra due personaggi, era fondamentale scegliere degli attori che fossero in grado di conquistare e tenere viva l’attenzione degli spettatori», spiega Paul M. Horan, regista e sceneggiatore di Bless Me Father, in cui il confessionale di un piccolo paese diventa teatro di un serrato scontro verbale tra un parrocchiano e un sacerdote.
«Il primo ostacolo per me, come esordiente, è stato far arrivare la sceneggiatura nelle mani giuste: ma grazie a dei bravi agenti di casting sono riuscito a contattare Francis Magee e Phelim Drew. Li ammiro moltissimo ed ero certo che avrebbero dato delle grandi interpretazioni. E poi, se sono bravi abbastanza per gente come Jim Sheridan, Mike Newell o Ken Loach, di sicuro sarebbero stati altrettanto bravi per uno come me! Incredibilmente, entrambi hanno accettato subito e dopo pochi giorni abbiamo iniziato le prove, tra tazze di tè e lunghe conversazioni sul testo. Francis e Phelim sono stati straordinari: grandi professionisti e persone adorabili, hanno letteralmente dato vita alla sceneggiatura e aggiunto tantissimo in termini di sfumature interpretative e caratterizzazione dei personaggi».
Clean di Garry Cooper
Clean è un corto senza dialoghi, tutto ambientato in una lavanderia: il misterioso protagonista compie azioni apparentemente banali, ma sotto la superficie si nasconde qualcosa di inquietante. La casa di produzione Hatch Pictures, fondata dagli attori Simone Kirby (Jimmy’s Hall) e Fergal McElherron, ha scelto IRISH FILM FESTA per presentare Clean, di cui Fergal è anche protagonista, in anteprima mondiale.
Per quanto riguarda la composizione delle inquadrature, dice il regista Garry Cooper, «era importante non dimenticarsi del contesto, di tutto ciò che accade intorno al protagonista. Avremmo potuto concentrarci solo su di lui, e ottenere così più facilmente un senso di oppressione, ma il punto del film è proprio mostrare come cose straordinarie accadano, spesso inosservate, tra le più banali attività quotidiane. Il personaggio, pur nella sua condizione di isolamento, agisce e si scontra col mondo che lo circonda».
Leap of Faith di Mark Smyth
Leap of Faith è un corto di fantascienza in cui due vicini di casa scoprono di avere qualcosa in comune: «Il regista Mark Smyth, lo sceneggiatore Dave Thorpe e io – spiega il produttore Jonathan Farrelly – siamo grandi appassionati del cinema di genere, perché dà la possibilità di osservare le questioni umane attraverso la lente di una realtà alternativa. C’è una componente di intrattenimento, nel cinema di genere, che a volte lo rende più efficace e meno ingessato del classico dramma. A prima vista Leap of Faith è un thriller fantascientifico, ma a un livello più profondo affronta il tema della solitudine e del nostro bisogno, come esseri umani, di cercare un contatto con i nostri simili».
Low Tide di Ian Hunt Duffy
Ian Hunt Duffy ha vinto il premio per il miglior corto live action nell’edizione 2017 di IFF con il thriller Gridlock; quest’anno torna in concorso con Low Tide, un racconto di formazione a tinte horror ambientato in un piccolo villaggio di pescatori sulla costa irlandese orientale.
«Mi piace quando i film horror raccontano storie con un sottotesto che ti resta dentro e ti fa riflettere», dice Ian Hunt Duffy.
«Per Low Tide mi sono concentrato su come rendere la giusta atmosfera: il pubblico doveva sentir crescere, a poco a poco, un senso di tensione e disagio, e abbiamo cercato di ottenere questo effetto in particolare con la fotografia e il sound design. Anche il compositore Gareth Averill ha lavorato in questa direzione, inserendo nella colonna sonora i rumori della natura e dell’ambiente marino per sollecitare gli spettatori a un livello subliminale».
The Observer Effect di Garret Walsh
Una donna è perseguitata da un uomo misterioso, ossessionato da pensieri sulla sua violenta uccisione, ma degli eventi brutali rivelano un segreto che le cambierà la vita per sempre: The Observer Effect è l’esordio alla regia dello sceneggiatore Garret Walsh, che dice di essere «sempre stato attratto da come certa fantascienza cinematografica e letteraria sappia aprire nella vita di persone comuni un passaggio verso altre realtà nelle quali vivere esperienze inaspettate».
E con The Observer Effect ha cercato di ottenere proprio un effetto di questo tipo: «la rivelazione del soprannaturale, tanto per la protagonista quanto per gli spettatori, non passa attraverso effetti speciali eclatanti ma viene fuori in modo più sottile. Così anche l’immaginazione di chi vede il film viene stimolata verso una partecipazione più attiva».
Le proiezioni dei cortometraggi:
Giovedì 28 marzo, ore 17.00 – Sala Deluxe
Venerdì 29 marzo, ore 18.30 – Sala Kodak