IRISHFILMFESTA, Anno Dodici: edizione semi-lusso, piena di conferme e sorprese. Da segnalare subito lo spazio che si prende – di prepotenza – il documentario, sia fra i lungometraggi che nel concorso corti. Il settore in Irlanda è in indubbia espansione, con opere forti nei contenuti e originali nelle loro molte, varie forme. Al festival se ne vedranno alcuni esempi – The Lonely Battle of Thomas Reid, Unquiet Graves – e se ne parlerà in un incontro che prenderà spunto da Hear My Voice di Brendan J. Byrne, un doc di 23 minuti che è una delle cose più emozionanti mai viste a proposito di Nord Irlanda.
Ci saranno poi un paio di film a fare da ponte fra documentario e finzione: Murdair Mhám Trasna, docu-drama che ricostruisce una vicenda brutale, eppure è realizzato con clamorosa eleganza; e Michael Inside, premio IFTA 2018, diretto da quel Frank Berry sempre capace di avvicinarsi al disagio sociale e trasportarlo in opere drammatiche di grandissima efficacia.
Fra l’apertura con The Drummer & The Keeper – su due giovani con opposte difficoltà comportamentali, che imparano il rispetto reciproco – e la chiusura con la sfrenata, esilarante serie tv Derry Girls – ovvero i Troubles come non li avete mai visti – ci sono molte altre cose da non perdere.
Innanzitutto il campione d’incassi Black ’47, ambientato durante la grande carestia che colpì l’Irlanda a metà Ottocento e recitato in buona parte in lingua irlandese: storia di una doverosa vendetta, il film ha i colori del western e un cast internazionale di notevole
richiamo.
Poi la vera sorpresa della stagione, The Dig: un thriller che Andy e Ryan Tohill, gemelli di Belfast, hanno girato nel bel mezzo delle paludi dell’isola. Infangati e sublimi i due protagonisti Moe Dunford e Lorcan Cranitch, che sono attesi entrambi a Roma. Moe Dunford in particolare, con ben quattro titoli in programma, torna qui da vero mattatore dopo l’incontro del 2015 per il film che lo rivelò, Patrick’s Day.
Ci verrà a trovare anche Hugh O’Conor, che rivedremo decenne in Lamb (1985) a fianco di Liam Neeson e che oggi è, oltre che attore, regista e fotografo: in programma Metal Heart, da lui diretto, e una mostra foto-cinematografica con una selezione di suoi scatti.
Mentre l’ospite d’onore di quest’anno sarà John Lynch: nato in Irlanda del Nord da madre italiana, John terrà un workshop di recitazione e un’intervista pubblica in cui parlerà dei tanti ruoli significativi della sua carriera – da Cal McCluskey, a Bobby Sands, a Paul Hill, a George Best.
Un festival di attori, per attori, con attori: allora anche l’ospite della sezione libri non poteva che essere uno di loro, Karl Geary, visto in Jimmy’s Hall di Ken Loach e ora in libreria con il primo romanzo, Montpelier Parade. Molti altri ancora, gli interpreti da tenere d’occhio – anche nei corti in concorso. Non anticipiamo di più: ci trovate alla Casa del Cinema, è sempre lì la Festa.
— Susanna Pellis, direttore artistico di IFF