Un uomo e una donna, al mare, si trovano senza via d’uscita e sono costretti ad affrontare la distanza che li separa: My Bonnie, diretto da Hannah Quinn, è uno dei cortometraggi live action in concorso all’edizione 2016 di Irish Film Festa.
Hannah è la figlia del grande filmmaker irlandese Bob Quinn (che ha partecipato all’Irish Film Festa due anni fa con il suo documentario Atlantean) e ha lavorato come assistente alla regia per tantissimi film, tra cui Il Gladiatore, Black Hawk Down e The Martian di Ridley Scott. My Bonnie è la sua opera prima.
Il paesaggio ha un ruolo di primo piano nella storia di My Bonnie: dove avete girato? E come hai lavorato insieme al direttore della fotografia Tim Fleming per filmare la bellezza di quella costa?
Abbiamo girato My Bonnie in Connemara, nella Contea di Galway. La roccia, Carraig Leathan, si trova su una spiaggia vicino a un villaggio chiamato Carraroe, dove andavo a nuotare quand’ero piccola. Ho trascinato Tim, che è anche mio marito, su quella spiaggia al sorgere del sole. Abbiamo assistito a un’alba spettacolare (vedi foto sotto) e insieme abbiamo deciso che avremmo girato il film proprio lì.
Due settimane dopo, la troupe e gli attori – persone di grande talento e generosità – ci hanno raggiunti per le riprese, e ci siamo sistemati tutti dai miei genitori. Dal momento che la spiaggia è isolata e non avevamo budget per l’illuminazione, abbiamo potuto girare solo con la luce naturale all’alba e al tramonto. I membri della troupe si alzavano alle quattro del mattino per aspettare il sorgere del sole, poi tornavano a casa per riposarsi e fare colazione. Io, Tim e lo scenografo restavamo a sorvegliare il set. Tutti gli altri tornavano poi nel pomeriggio per la luce della sera e qualcuno approfittava anche per fare una nuotata. Siamo stati molto fortunati perché è stato quasi sempre bel tempo, tranne un pomeriggio in cui la pioggia aveva reso la roccia troppo scivolosa. Così abbiamo interrotto le riprese e siamo andati al pub…
Liz Quinn, che interpreta Sadie, è anche la sceneggiatrice: come hai lavorato sui dialoghi con lei Tom Sullivan?
Liz ha scritto dei dialoghi splendidi, lirici, e con grande attenzione al ritmo: è stato bellissimo ascoltare lei e Tom recitare quelle battute e farle proprie. I perfetti tempi comici di Tom hanno poi arricchito quella che è una semplice, ma molto profonda, storia di una coppia che sta affrontando una separazione.
Puoi dirci qualcosa sulla colonna sonora?
Per quanto riguarda le scelte musicali, ho ascoltato vari estratti dalla top 50 degli album irlandesi del 2014, finché non mi sono imbattuta nelle note giuste. Next Time Round è il brano finale di un album degli Hidden Highways, un fantastico due folk. La canzone mi ha colpita immediatamente, era perfetta.