Tre domande a… Matthew Darragh, regista di An Ode to Love

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An ode to Love, diretto dal filmmaker di origine neozelandese Matthew Darragh, è uno dei cortometraggi animati in concorso all’edizione 2016 di Irish Film Festa.

Nel corto vediamo un uomo, solo su un’isola deserta, sperimentare gli alti e bassi dell’amore romantico quando la marea gli porta un’inaspettata compagnia.

An Ode To Love ha vinto come miglior cortometraggio animato irlandese al Foyle Film Festival 2014, dov’è stato presentato in anteprima, ed è stato proiettato l’anno scorso al Galway Film Fleadh.

 

Come hai inventato questa storia così originale e il suo ironico titolo?

Il film parla di un uomo che si innamora di un bastone su un’isola deserta. L’inizio della loro relazione è fantastico, ma poi tutto comincia ad andare molto male. La definirei una tragedia romantica!

Ho scritto la storia quando vivevo in Spagna, un periodo nel quale sembrava che chiunque intorno a me stesse affrontando ogni tipo di dramma sentimentale. Ho cominciato a chiedermi quanti di questi drammi siano incoraggiati o addirittura creati da noi stessi, e quanto l’immagine che abbiamo del partner sia una proiezione dei nostri desideri, soprattutto nella fase romantica dell’innamoramento. La storia del corto ha preso forma intorno a queste idee. Anche se il bastone è solo un vecchio bastone, il nostro eroe in sua compagnia riesce a vivere l’amicizia, l’amore, fino a ritrovarsi con il cuore spezzato.

Sì, l’“amore” nel titolo fa riferimento a un particolare tipo d’amore. Un amico mi ha detto che avrei dovuto intitolare il film “Un’ode alle dinamiche di tira-e-molla e proiezione psicologica insite nell’amore romantico” ma non suonava molto bene.

 

Quali tecniche di animazione avete usato?

Il corto è in CGI, abbiamo usato il software Maya. Ho avuto la fortuna di realizzarlo in un grande studio, la Brown Bag Films a Dublin. Insieme al gruppo interno ci ho lavorato per circa un anno, nei ritagli di tempo che restavano dal lavoro principale sulle serie televisive in produzione alla Brown Bag, mentre una parte dell’animazione e dell’illuminazione è stata affidata a laboratori esterni. Un equilibrio delicato, ma tutti hanno dato il massimo , e penso che questo si noti guardando il film. Sono grato ai miei colleghi, il risultato è migliore di quanto potessi immaginare!

 

La musica ha un ruolo importnate in An Ode to Love: come hai lavorato con il compositore Stefan French?

Il Filmbase e la RTÉ, che hanno finanziato il film, ci hanno dato la possibilità di far scrivere la musica a un giovane e bravissimo compositore, Stefan French, e poi di farla eseguire dalla RTÉ Concert Orchestra.

L’intervento di Stefan è stato fondamentale. Avevo in mente una colonna sonora un po’ strana, che comprendesse anche musica popolare francese degli anni 60 e 70, mentre Stefan mi ha suggerito un approccio più classico per sfruttare al massimo le possibilità dell’orchestra, e penso sia stata un’ottima idea. L’esecuzione orchestrale dà al film molto più pathos.

Ascoltare un’orchestra di 42 elemento suonare la nostra musica è stata un’esperienza speciale. Hanno praticamente letto la partitura una sola volta e poi l’hanno registrata! Il lavoro sulla musica è stato portato a termine nelle prime fasi della produzione, e ha davvero alzato il livello, donandoci grande ispirazione.