Steve Woods è il regista di Keeping Time, uno dei dieci cortometraggi in live action selezionati per la sezione competitiva dell’Irish Film Festa 2015.
Keeping Time è un originale progetto di cortometraggio basato sulla danza nel quale la storia non viene raccontata con le parole ma attraverso la musica e i movimenti: il ballerino e coreografo kenyano Fernando Anuang’a interpreta un operaio di una centrale elettrica che incontra degli antichi guerrieri Maasai e danza con loro mescolando i passi tradizionali alla danza moderna.
Steve ci ha raccontato del suo lavoro con Fernando Anuang’a spiegandoci cosa vuol dire girare un film sulla danza.
Da dove nasce l’idea per questa storia?
Sono sempre stato appassionato di storia. La storia può essere un racconto con un inizio, una parte centrale e una fine, proprio come un libro. Allo stesso tempo, però, la storia fa parte del presente. E ci sono persone il cui stile di vita appare ‘storico’, antico, agli occhi degli europei contemporanei. Proprio come i Maasai del mio cortometraggio. L’Irlanda è piena di elementi che ci ricordano il nostro passato. La storia in Irlanda è viva.
Come hai lavorato a fianco del coreografo Fernando Anuang’a? E la musica?
Lavorare con un coreografo è interessante. È come lavorare con un attore che è contemporaneamente sceneggiatore. Per alcuni registi è complicato girare film sulla danza ma io sono stato fortunato: forse perché mi preparo molto bene sul lavoro dei coreografi prima di collaborare con loro e so esattamente cosa chiedere ai danzatori perché li ho già visti farlo sul palcoscenico. Faccio anche molte prove con i coreografi spiegando loro dove e perché ho intenzione di posizionare la macchina da presa. Cerco innanzitutto di stabilire un rapporto di fiducia.
Per quanto riguarda il compositore, Ray Harman, una volta ha lavorato gratis per un mio film, Eternal, e il risultato è stato ottimo. Così gli avevo promesso che, se fossi riuscito ad ottenere un budget per un film basato sulla danza, lo avrei richiamato e questa volta lo avrei pagato! Amo molto il suo lavoro, Ray riesce davvero a ‘cogliere’ il film e i suoi punti di tensione. Sa dargli il giusto ritmo. Mi piace così tanto la sua musica che nel corto la ascoltiamo dall’inizio alla fine.
Ho scelto i Maasai proprio perché loro non usano strumenti musicali, nemmeno le percussioni. Così il compositore poteva davvero avere campo libero.
Dove è stato girato Keeping Time?
Le riprese di Keeping Time si sono svolte in due luoghi diversi, in Irlanda. A Loughcrew c’è questo monumento che ha circa 5.000 anni: è più vecchio delle piramidi e si tratta probabilmente della più antica costruzione coperta del mondo. L’altra location è la centrale elettrica che brucia la torba locale per ottenere energia. Abbiamo così due opposti, l’antico e il moderno. Che è proprio il tema del film.